Con le staminali cordonali nuova metodica contro il diabete di tipo I

A metterla a punto sono stati i ricercatori dell’Università dell’Illinois, che hanno pubblicato i risultati della loro sperimentazione, condotta su 15 persone, sulla rivista scientifica BMC Medicine : la nuova procedura che potrebbe ridurre la necessità di assunzione di insulina in pazienti con diabete di tipo 1, caratterizzata da una reazione autoimmune nei confronti delle cellule beta del pancreas deputate alla produzione del prezioso ormone. Consiste nell’utilizzare le cellule staminali prelevate dal sangue del cordone ombelicale capaci di addestrare i linfociti T dei pazienti a non aggredire le cellule pancreatiche.
Ma in cosa consiste in pratica la metodica? Il sangue del paziente viene prelevato e inserito in un sistema chiuso che separa i linfociti dalle altre componenti cellulari. I linfociti vengono poi messi a contatto con le cellule CB-SCs (cellule staminali umane multipotenti prelevate dal sangue del cordone ombelicale) e reinfusi nel paziente. A questo punto i linfociti T regolatori e i T che “attaccano” le cellule beta del pancreas vengono “rieducati” a controllare la risposta immune per non alterare più l’autoimmunità alla base del diabete di tipo 1. Dopo la reinfusione dei linfociti T sono stati misurati i livelli di emoglobina glicata e del peptide C a 4, 12, 24 e 40 settimane. Dopo 12 settimane dalla reinfusione dei linfociti T “rieducati”, la dose media giornaliera di insulina è stata ridotta del 38% e si sono normalizzate altre alterazioni tipiche della malattia, senza gli eventi avversi associati alla terapia.

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