E' "made in Modena" il primo farmaco al mondo a base di staminali autologhe per la vista

Dai laboratori di Holostem Terapie Avanzate srl, nasce “Holoclar“: il primo farmaco al mondo a base di staminali autologhe, usato per riparare i danni alla cornea, approvato dalla Commissione Europea e Agenzia europea dei medicinali.

Una vittoria tutta italiana che scaturisce dalla collaborazione tra il Centro di Medicina Rigenerativa di Modena, Holostem Terapie Avanzate srl, spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e Chiesi Farmaceutici.
A dimostrazione che le collaborazioni tra pubblico-privato spesso si rivelano positive e possono sostenere in modo rilevante il mondo della ricerca scientifica, della medicina, specie quando si parla di staminali. Al riguardo si ricorda l’esempio che arriva dall’Inghilterra, ad opera dell’Università di Plymouth, del laboratorio Biovault e del sistema sanitario pubblico inglese.

Dopo circa 14 anni di follow-up per verificarne la sicurezza e di articoli pubblicati, i ricercatori Graziella Pellegrini e Michele De Luca sono riusciti a creare questo farmaco, composto da colture cellulari di staminali, che restituirà la vista a circa un migliaio di pazienti all’anno con gravi lesioni alla cornea, causate in genere da traumi “meccanici” (corpo contundente, penetrante o estraneo) o “chimici” (liquidi irritanti o corrosivi).

Pellegrini e De Luca spiegano:”Dopo aver messo a punto colture cellulari a base di staminali epiteliali per la cura di diverse patologie (dalla pelle per i grandi ustionati alla ricostruzione dell’uretra), abbiamo scoperto che le cellule staminali che consentono la rigenerazione della cornea risiedono in una piccola area bianca al confine tra la cornea, la parte trasparente al centro dell’occhio, e la congiuntiva che si chiama ” limbus“. Basta solamente un millimetro di tessuto oculare integro per poter ricostruire in laboratorio l’intera superficie dell’epitelio che ricopre la cornea». (Del “Limbus” ne avevamo parlato nel 2011 riguardo ad un innovativo trapianto di cornea effettuato grazie anche alla consulenza del direttore scientifico di SmartBank e al prof. Paolo Rama)

Il nuovo farmaco è efficace nell’80% dei casi nel caso di lesioni superficiali, mentre nelle persone che hanno avuto lesioni profonde permette una prima ricostruzione, per poi essere in grado di effettuare il tradizionale trapianto di cornea.

Adesso i ricercatori di Modena pensano di adottare la tecnica per la cura di altre patologie, in particolare per le malattie genetiche rare come l’epidermolisi bollosa, la cosidetta Sindrome dei bambini farfalla, caratterizzata dalla formazione di ferite continue.
«Prelevando e modificando con un approccio di terapia genica le staminali epidermiche siamo riusciti a trattare i primi due casi. La speranza è quella di ripetere con successo quanto ottenuto con gli occhi» conclude De Luca.