I segreti del sangue di una supercentenaria
Con l’età la riserva di cellule staminali si impoverisce, fino a esaurirsi e rendere impossibile la sostituzione dei vecchi tessuti. È questo il motivo del perché prima o poi si muore?
Sostanzialmente quel che accade è questo, come racconta anche il New Scientist: con l’età il potere di ricambio, di rigenerazione dei tessuti morti e consumati, si esaurisce. Viene meno in sostanza la capacità di rinnovamento delle cellule staminali – come quelle del sangue – di reintegrare i tessuti che si invecchiano.
Per Hendrikje van Andel-Schipper sarebbe successo proprio questo: le analisi del sangue effettuate sulla donna poco prima di morire mostrano infatti che le cellule ematopoietiche circolanti provenissero solo da due cloni di cellule staminali. La maggior parte, raccontano gli scienziati era morta nel corso della sua lunga vita. Inoltre, i ricercatori hanno anche mostrato come i telomeri dei globuli bianchi – le estremità terminali dei cromosomi, la cui lunghezza diminuisce con la senescenza cellulare – erano circa 17 volte più corti di quelli delle cellule cerebrali, che si dividono raramente. “Si stima che nasciamo con circa 20mila cellule staminali del sangue, e in qualsiasi momento circa mille sono attive per ripopolare le popolazioni sanguigne”, spiega in proposito Henne Holstege del VU University Medical Center di Amsterdam, a capo dello studio, aggiungendo come nel corso della vita però questo serbatoio pian piano si esaurisca, attraverso la senescenza cellulare appunto.
Nel sangue della supercentenaria gli scienziati hanno anche osservato come le mutazioni presenti nelle cellule fossero innocue per la loro salute, come se Hendrikje avesse avuto un sistema molto efficiente per evitare o riparare le alterazioni dannose.
Quel che lo studio lascia pensare, concludono gli scienziati, è che (forse) l’impoverimento e quindi l’esaurimento delle cellule staminali prodotto dall’età potrebbe essere contrastato con la re-infusione di staminali prelevate durante la gioventù. Cellule che sarebbero libere da mutazioni e ancora con un lungo potenziale di divisioni davanti, con i loro lunghi telomeri. Anche se – ammesso funzionasse – potremmo farlo solo per il sangue, come conclude la ricercatrice.
Fonte: Wired
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