La scoperta dell’NIH porta la terapia con cellule staminali per l’occhio più vicina alla clinica

Gli scienziati del National Eye Institute (NEI), parte dell’Istituto Nazionale per la Salute in U, hanno identificato che una protrusione cellulare chiamata ciglia primarie presente sulle cellule dell’epitelio pigmentato della retina, è essenziale alla sopravvivenza dei fotorecettori sensibili alla luce della retina.

La scoperta consente di generare queste cellule specifiche a partire da cellule staminali per trapiantare pazienti con atrofia cellulare nota come macula degenerativa senile.

“Ora abbiamo un obiettivo cellulare preciso da raggiungere, essendo le stesse cellule delle ciglia primarie le prime ad essere compromesse nella degenerazioen maculare” sostiene il ricercatore principale del NEI, Dr. Bharti che sta sviluppando le cellule staminali per la terapia maculare e lancerà il primo studio clinico nel 2018.

In un occhio sano, le cellule dell’epitelio pigmentato della retina nutrono i fotorecettori, le cellule deputate a trasformare la luce in segnali elettrici che viaggiano fino al cervello grazie al nervo ottico.

Nella degenerazione maculare le cellule dell’epitelio pigmentato della retina muoiono generando la perdita della vista.

La terapia consiste nel prelevare cellule del sangue del paziente, generare cellule retro-indotte pluripotenti che poi vengono differenziate in cellule dell’epitelio pigmentato della retina prima del trapianto.