Primo paziente italiano Covid-19 trattato con cellule da tessuto cordonale dopo ok dell’Aifa

In attesa del tanto invocato vaccino, non esiste ancora una terapia specifica contro l’infezione provocata da Sars-CoV-2. In Italia l’Agenzia del farmaco (Aifa) ha autorizzato finora 13 studi clinici su potenziali cure conto il Covid-19: farmaci antivirali, antimalarici, anticoagulanti, immuno-modulanti. A Verona è stato trattato con cellule staminali mesenchimali il primo paziente italiano. I risultati sono considerati soddisfacenti, tanto che è stata sottoposta ad Aifa una sperimentazione clinica su scala nazionale. Tra queste, il Laboratorio di Terapie cellulari avanzate dell’ospedale di Vicenza diretta dal dottor Giuseppe Astori afferente all’U.O.C. di Ematologia (diretta dal dottor Marco Ruggeri). Le competenze clinico-scientifiche sull’impiego delle cellule staminali mesenchimali (MSC) hanno consentito di trattare, dopo l’approvazione da parte del Comitato etico e dell’Aifa, un paziente di 69 anni affetto da insufficienza respiratoria da Covid-19 e ricoverato presso l’Unità operativa di Terapia intensiva dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, mediante due infusioni di MSC da cordone ombelicale a distanza di una settimana l’una dall’altra. Il trattamento a uso compassionevole non ha causato effetti collaterali e il paziente è sotto stretto monitoraggio clinico. I parametri relativi all’ossigenazione, infiammazione, coagulazione e funzionalità renale sono migliorati. Si tratta del primo caso in Europa, nella speranza che tale strategia possa rappresentare un’arma terapeutica in più.