Trapianti di cellule staminali più sicuri al Policlinico di Modena con l'accreditamento Jacie

I trapianti di cellule staminali emopoietiche, “autologhe” e “allogeniche”, sono più sicuri al Policlinico di Modena con l’accreditamento Jacie, ottenuto a settembre ed è il 2° istituto dell’Emilia Romagna dopo il Sant’Orsola di Bologna.

Il riconoscimento Jacie (in inglese: Joint Accreditation Committee Isct/Ebmt), che il nostro laboratorio inglese Biovault vanta da alcuni anni, costituito dalla International Society for Cellular Therapy (Isct) e dalla European Society for Blood and Marrow Transplantation (Ebmt), rappresenta un ulteriore attestato di qualità per il Policlinico, attivo dal 1995, già accreditato dalla Regione e dal Gitmo (Gruppo italiano trapianti di midollo osseo) che fino ad oggi ha effettuato:

1058 trapianti, di cui 863 autologhi e 195 allogenici, la maggior parte su pazienti affetti da leucemie, linfomi o mieloma multiplo.

Nel 2014 i trapianti sono stati 59: 37 autologhi e 22 allogenici.

Le donazioni tra fratello/sorella, cominciate nel 1999, sono state 108;
quelle da registro donatori (inizio 2004) sono state 71;
quelle da donatore consanguineo aploidentico (cioè compatibile al 50%) sono state 16.

«Questo riconoscimento – spiega il professor Franco Narni, direttore del Programma Trapianto – certifica che il nostro programma si è dotato di un efficace sistema di gestione della qualità, ben integrato nel più vasto Sistema qualità aziendale del Policlinico. Le procedure operative sono definite e revisionate periodicamente con la partecipazione attiva di tutti i membri dello staff. Il monitoraggio costante dell’attività permette di individuare e correggere rapidamente criticità o eventuali errori allo scopo di minimizzare ogni possibilità di ripetizione, con maggiori garanzie per i pazienti».

I dati trapiantologici del Policlinico, confermano che sono moltissime le patologie gravi del sangue che possono essere trattate utilizzando le proprie cellule staminali (autologhe) e che circa il 50% dei trapianti “allogenici” viene trattato utilizzando le cellule di un donatore consanguineo.