Cellule staminali pluri-indotte (iPS): i risultati clinici dopo 13 anni dalla loro nascita
Il bulbo oculare è un organo molto complesso costituito da diversi strati delicati e sovrapposti. Una ricerca congiunta tra le Università di Cardiff e Osaka, nel 2016, ha esplorato come ricostruire il bulbo oculare assemblando tutti i pezzi per restituire la vista nell’uomo. Il prof. Andrew Quantock, co-autore del lavoro conferma che finalmente, è possibile a partire dalle cellule staminali iPS e ottenere questo risultato.
Nel caso del morbo di Parkinson, patologia neurodegenerativa che vede un declino della produzione di dopamina che incide sulla funzionalità dei neuroni motori, i ricercatori dell’Università di Kyoto nel 2017 hanno esplorato la possibilità di differenziare le cellule iPS in progenitori cellulari in grado di produrre dopamina. Le cose sono andate per il meglio e 7 pazienti sono stati trapiantati con 5 milioni di progenitori cellulari che producono dopamina. Tali cellule dovrebbero convertirsi in vivo in neuroni dopaminergici. Lo studio è stato avviato a agosto 2018 e i risultati sono previsti entro due anni.
Il midollo spinale è noto per essere difficile da riparare quando viene lesionato ma una ricerca pubblicata lo scorso anno dall’Università del Minnesota ha descritto una tecnologia innovativa che consente alle cellule iPS di differenziarsi in cellule staminali neuronali. Queste possono essere inserite all’interno di strati di una matrice di silicone e usate per generare nuove connessioni nella spina tra i nervi ancora attivi nelle regioni lesionate. I ricercatori sono cosi riusciti a rigenerare dei nervi e a connetterli a cellule non danneggiate. Ciò potrebbe consentire a pazienti paralizzati di recuperare alcune funzioni come il controllo della vescica e i movimenti involontari degli arti.
“Questi semplici miglioramenti possono cambiare veramente la vita dei pazienti” sostiene Ann Parr, co-autrice dello studio.
Nel caso del diabete, i ricercatori dell’Università di St. Louis, Washington hanno fatto una scoperta a gennaio pubblicata in un lavoro che descrive un nuovo metodo per tradurre le cellule iPS in cellule produttrici di insulina. In pochi giorni, i topini diabetici, oggetto dello studio, sono in grado di secernere insulina e controllare cosi i livelli di zucchero nel loro organismo in modo da curare cosi il diabete. I ricercatori stanno ora elaborando lo stesso metodo sull’uomo.
Lo scorso anno, il governo giapponese ha eseguito il primo studio clinico sull’uomo dove le cellule iPS sono state usate per creare dei fogli biologici composti da milioni di cellule muscolari cardiache e poi sono stati trapiantati nel cuore di pazienti cardiopatici. I fogli cellulari promuovono la rigenerazione del muscolo cardiaco e migliorano la funzione dell’organo. Questo primo studio è stato eseguito su tre pazienti al momento ma l’obiettivo ora è ampliarlo a altri 10 pazienti.
La calvizia è un tema meno clinico ma molto sentito. Nel 2014, un gruppo di scienziati ha pubblicato dei dati su topi immunodeficienti dove sono riusciti a riprodurre le cellule epiteliali a partire da cellule iPS cosi da riprodurre la funzionalità del bulbo pilifero nei follicoli della pelle dei topini.
Altre ricerche pubblicate nel 2015 descrivono una tecnica analoga per lo strato dermale coinvolto nella regolazione della formazione del follicolo capillare.
Nel 2017, l’Università della California del Sud ha poi riprodotto un processo dove le cellule della pelle venivano raccolte da soggetti adulti, poi processate per retro induzione in cellule iPS che venivano poi convertite in follicoli capillari.
Questi alcuni dei risultati ottenuti in clinica dopo solo 13 anni! La scienza va avanti e racconta sempre nuove storie, per questo è cosi affascinante! Grazie a Yamanaka e a Gurdon, i due scienziati che hanno scoperto come ottenere cellule iPS.