Conferenza in Vaticano: Kurtzberg (ricercatrice), cellule staminali placentari in cura leucemie, lesioni cerebrali, autismo
Sul potenziale delle cellule staminali da sangue placentare si sofferma oggi, alla conferenza internazionale in Vaticano, Joanne Kurtzberg, responsabile Robertson Clinical and Translational Cell Therapy Program (Duke University – Usa). Il sangue prelevato dalla placenta, spiega, “contiene una grande quantità di cellule emopoietiche utilizzate nei trapianti ma anche altri tipi di cellule riparatrici di danni ai diversi tessuti. Ad oggi sono diverse decine di migliaia i trapianti, utilizzati con successo nelle leucemie, per l’anemia falciforme e altri tipi di patologie del sangue”. La raccolta, lavorazione e impiego del sangue placentare, anche allogenico, cioè donato da altri, è regolamentata dalla Fda negli Usa, dove una volta congelato viene conservato per molti anni in apposite banche. Il suo primo utilizzo è nel trapianto di midollo per il quale non è necessaria una compatibilità completa, ma si riscontrano successi anche nei pazienti affetti da anemia falciforme. “I bambini trapiantati possono migliorare se la patologia è presa in tempo con appositi screening”. Il trapianto può inoltre “aiutare il cervello a guarire da eventuali lesioni, perché le cellule da sangue placentare danno il segnale giusto alle altre cellule per la riparazione, e in alcuni casi può evitare la chemioterapia”. Ma c’è di più: la studiosa sta seguendo 25 bambini con una particolare forma di spettro autistico trattati con infusioni di sangue placentare. Kurtzberg presenta il video di un piccolo che non parlava, non aveva contatto oculare né gestualità. “A 12 mesi dall’infusione, lo stesso piccolo parla, reagisce, ha sviluppato gestualità”.