Contro le malattie genetiche rare, cellule staminali "corrette" dal virus HIV. Positivi i primi risultati


E’ una grossa sfida quella dei ricercatori dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica di Milano (Hsr-Tiget), guidati da Alessandra Biffi e Alessandro Aiuti : utilizzare un derivato dell’HIV, il virus dell’AIDS reso innocuo e modificato in laboratorio, per curare due gravi malattie genetiche rare dell’infanzia, la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott-Aldrich. In due lavori diversi pubblicati sulla rivista Science   sono illustrati i primi risultati positivi ottenuti dopo tre anni di sperimentazioni avviate nel 2010  su 16 pazienti (10 con leucodistrofia e 6 con Wiskott-Aldrich). La terapia prevede l’inoculazione nei pazienti di cellule staminali ematopoietiche (che generano tutte le cellule del sangue), prelevate dal midollo osseo dei pazienti e poi corrette in laboratorio: i geni difettosi sono stati corretti grazie all’aiuto di un vettore virale, il virus derivato dall’Hiv, che trasporta i geni sani all’interno del nucleo delle cellule. Una volta introdotte nell’organismo le staminali modificate geneticamente si sono riprodotte e hanno prodotto a loro volta una quantità sufficiente della proteina mancante (nel caso della leucodistrofia) o sostituito quelle malate (nel caso della Wiskott-Aldrich).

I primi risultati positivi  in 6 pazienti accendono una speranza per il trattamento di queste due gravissime patologie genetiche: la terapia è infatti sicura ed efficace e sta cambiando la storia clinica deo piccoli pazienti: i tre bambini con la leucodistrofia (provenienti da Libano, Usa ed Egitto) non hanno mostrato dopo la cura i sintomi della malattia, a parte qualche alterazione già presente al momento del trattamento, e conducono una vita normale, sviluppando delle valide capacità motorie e cognitive. Per quanto riguarda la Wiskott-Aldrich , i primi tre bambini trattati hanno mostrato un recupero delle difese immunitarie e un
bambino ha iniziato addirittura ad andare a scuola. La conclusione dei due studi è prevista per il 2016.

La leucodistrofia metacromatica (da cui è affetta anche la piccola Sofia, poi entrata nel protocollo terapeutico Stamina) è un disturbo neurodegenerativo causato dalla mancanza di un enzima, l’ Arsa, responsabile dello smaltimento di alcune sostanze tossiche, i sulfamidi, che accumulandosi nel sistema nervoso, danneggiano in modo progressivo e irreversibile la mielina, il rivestimento isolante dei nervi. Il risultato finale è la perdita graduale delle capacità cognitive  e motorie (paralisi). La sindrome di Wiskott-Aldrich, è una rara immunodeficienza infantile, dovuta al difetto del gene omonimo, responsabile della produzione di una proteina presente nelle cellule del sangue, per la quale finora l’unica terapia risolutiva era il trapianto di midollo osseo. Colpisce i maschi e si manifesta con eczema, infezioni ricorrenti ed emorragie, a volte fatali (causato dal numero inferiore di piastrine).

La tecnica di utilizzare vettori virali nella terapia genica è stata ideata nel 1996 da Luigi Naldini (attualmente a capo dell’Hsr-Tiget): il DNA di una cellula difettosa viene corretto grazie all’introduzione di un gene sano , trasportato e  introdotto da un vettore virale dotato di una grande efficienza nel penetrare nel nucleo delle cellule  senza destabilizzare il genoma e provocare altre malattie.

 

 

 

 

 

 

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