Creato il primo esofago in provetta a partire da staminali
Per ora è stato impiantato sul topo, ma il primo esofago artificiale potrebbe essere presto trapiantato anche sull’uomo. I risultati della sperimentazione, ottenuti dal gruppo coordinato da Paolo Macchiarini al Karolinska Institutet in Svezia, e in parte anche da ricercatori italiani dell’Università di Roma Tor Vergata e di Bari, sono stati descritti sulla rivista Nature Communications e accendono molte speranze: finora era stato infatti difficile coltivare un esofago in provetta, malgrado i molti tentativi e per sostituire l’esofago dopo tumori, traumi o malformazioni si impiegano tratti di intestino o stomaco prelevati dallo stesso paziente, con risultati poco soddisfacenti.
La nuova tecnica riduce al minimo il rischio di reazione immunitaria e rigetto del trapianto e la necessità di farmaci immunosoppressivi. I ricercatori hanno infatti prelevato una parte di esofago dai ratti, rimuovendo tutte le cellule e lasciando solo ‘l’impalcatura’ (che conserva la struttura e le proprietà meccaniche e chimiche dell’organo), per poi riempirla con cellule staminali mesenchimali del midollo osseo. A distanza di tre settimane le staminali hanno iniziato a mostrare le caratteristiche specifiche dell’esofago e i tessuti coltivati sono stati usati per sostituire segmenti dell’organo nei topi in modo efficace e sicuro. Dopo due settimane dal trapianto si sono formati vasi sanguigni, fibre muscolari e connessioni nervose sull’organo.
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