Sarà italiano il 1° paziente al mondo trapiantato senza farmaci anti-rigetto
Sarà probabilmente italiano il 1° paziente al mondo trapiantato senza farmaci anti-rigetto, grazie alle cellule staminali che funzionano molto meglio dei farmaci tradizionali per inibire il sistema immunitario. Lo annuncia Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. «Stiamo riducendo progressivamente i farmaci anti rigetto – spiega Remuzzi – stiamo arrivando a uno solo mentre di solito se ne usano tre, e con una dose molto piccola, e nei prossimi mesi saremo in grado di sospenderlo».
È questa la direzione del protocollo sui trapianti; e il primo paziente trapiantato al mondo che potrebbe non aver bisogno di questo tipo di farmaci potrebbe essere quindi italiano.
Il paziente è stato sottoposto a un’infusione delle proprie cellule staminali dopo l’intervento.
«Le cellule staminali funzionano come un farmaco che inibisce il sistema immunitario molto meglio dei farmaci tradizionali, che oltretutto sono molto tossici – afferma Remuzzi -. Il nostro protocollo prevede di seguire pochissimi pazienti per volta: per ora abbiamo tre gruppi di due pazienti. È molto bello perché i primi due pazienti ci hanno consentito, lavorando con loro e con gli animali da laboratorio, di trovare il momento giusto per dare queste cellule. Siamo i primi al mondo ad usare questo approccio; negli Usa ottengono l’effetto con una procedura molto più pericolosa, sostituendo il midollo del ricevente con quello del donatore. Ora peraltro abbiamo ottenuto l’autorizzazione anche per il fegato».
I farmaci anti rigetto comprendono quelle sostanze usate nei pazienti sottoposti a trapianto per bloccare le reazioni che il trapianto stesso può scatenare, reazioni che possono essere di due tipi: il rigetto vero e proprio, quando la reazione dell’organismo è nei confronti dell’organo o del tessuto del donatore; la malattia del trapianto contro l’ospite – chiamata anche GVHD, Graft versus host disease, che rappresenta una delle più frequenti e temibili complicanze del trapianto di midollo osseo.
Entrambi i casi sono dovuti a una reazione immunitaria: del sistema immunitario del ricevente verso il trapianto il primo e delle cellule immunitarie presenti nell’organo o tessuto trapiantato verso i tessuti del ricevente la seconda.
La terapia anti rigetto ha il duplice scopo di impedire l’insorgere della reazione immunitaria indesiderata – profilassi – e di contrastarla quando è in atto – trattamento. L’effetto collaterale più temibile è il sensibile aumento del rischio di infezioni dovuto proprio all’inibizione delle difese immunitarie.
Fonte: ok salute e benessere