Il sangue cordonale con una popolazione di monociti specifica protegge il cervello dal danno neuronale mentre il sangue periferico no

Le cellule mononucleate che derivano dal sangue cordonale sono state testate in uno studio clinico per trattare l’ipossia ischemica cerebrale. I meccanismi alla base del funzionamento delle cellule mononucleate non sono ancora chiari e quindi i ricercatori hanno esposto colture di sezioni di cellule neuronali di topo a deprivazione di ossigeno e di glucosio per mimare l’ischemia e poi hanno trattato le sezioni di cervello alternativamente con cellule da sangue cordonale e con cellule da sangue periferico. I risultati hanno mostrato che le cellule mononucleate da sangue cordonale proteggono I neuroni dalla morte e riducono l’attivazione della microglia e degli astrociti mentre le cellule mononucleate da sangue periferico falliscono nella protezione. La protezione indotta dalle cellule di sangue cordonale è attivata particolarmente dai fattori rilasciati piuttosto che dal contatto diretto cellula-cellula tra le cellule neuronali danneggiate e le cellule mononucleate del sangue cordonale. Per capire quale popolazione cellulare fosse attivata i ricercatori hanno rimosso selettivamente tutte le popolazioni di cellule mononucleate e hanno individuato che il ruolo protettivo proveniva da un’unica popolazione chiamata monociti CD14. I monociti infatti esprimono alcune proteine che sono state individuate come neuroprotettrici quali la chitinasi A, l’interleuchina 10, la metalloproteinasi 9 della matrice, la trombospondina 1 e l’inibitore A.

Ecco perché è cosi importante conservare le cellule da sangue cordonale!

Fonte: PLOS, settembre 2019