La Corte Costituzionale francese dice si alla sperimentazione con staminali embrionali
La legge che in Francia disciplina la ricerca scientifica con le cellule staminali entra in vigore a tutti gli effetti: le sperimentazioni potranno essere avviate anche con le cellule staminali embrionali, un “paletto etico” che in Italia non è ancora stato abbattuto. La notizia è riportata dai principali media francesi, compreso il sito di Liberation. Con la decisione della Corte Costituzionale, che ha respinto il ricorso di alcuni gruppi conservatori, dando via libera alla legge che autorizza a certe condizioni la ricerca sugli embrioni umani, non sarà più necessario dimostrare all’agenzia nazionale per la biomedicina l’assenza di alternative per un progetto di ricerca in cui si utilizzano le staminali embrionali. Restano però con la nuova legge alcuni precisi obblighi per avere l’autorizzazione, che potrà arrivare però , secondo la Corte, anche dai singoli centri, e non necessariamente dall’autorità centrale. Come comunicato in una nota, «il Consiglio costituzionale ha rilevato infatti che le condizioni fissate dalla legge alla ricerca sugli embrioni non sono né imprecise né equivoche e neanche incostituzionali». Secondo Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Jérôme Lejeune, con questa legge la Francia «rende l’essere umano disponibile per scopi di ricerca per la prima volta».
Diverso il parere dei conservatori, per i quali la legge rappresenta invece un passo indietro per la ricerca:esistono infatti altre strade della ricerca molto più promettenti, coronate da un premio Nobel al giapponese ,Shinya Yamanak,a insignito nel 2012 per la scoperta delle cellule staminali pluripotenti indotte, prodotte in laboratorio, dotate delle stesse caratteristiche di quelle embrionali, ma senza problemi etici.
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