Oggi parliamo di cellule perinatali

Le cellule perinatali sono caratterizzate dal rappresentare diverse tipologie cellulari di grande interesse terapeutico. Siamo abituati a pensare al sangue cordonale, al tessuto cordonale ma pochi di voi sanno che esistono altre fonti cellulari.

La rivista scientifica Regenerative Medicine ha appena pubblicato lo stato dell’arte degli usi e delle tipologie di cellule a disposizione per la terapia cellulare.

L’interesse nasce non solo dalla disponibilità di fonti alternative ma dal valore del materiale biologico che ad oggi è ancora considerato rifiuto di scarto.

Quindi quali sono queste fonti e quali le loro potenzialità?

Da oramai 30 anni, l’uso del sangue cordonale per patologie ematologiche e onco-ematologiche è noto ma di recente, come precedentemente, pubblicato in vari articoli, prevale un uso neurologico e immunologico.

Solo per le cellule ematopoietiche da sangue cordonale vi sono 9 studi attivi su ischemia cerebrale, paralisi cerebrale, autismo, sindrome cardiaca ipoplastica, lesione cerebrale, ipossia cerebrale e encefalopatie. Sono studi che prevedono un uso autologo o allogenico familiare.

Ma come sappiamo il sangue cordonale e il tessuto cordonale sono popolati da altre tipologie cellulari come le cellule mesenchimali, oggi, i migliori candidati per la medicina rigenerativa.

Queste cellule esprimono sulla loro superficie dei markers diversi (CD73,CD90, CD105, CD29 e CD44) rispetto alle cellule ematopoietiche e hanno funzioni diverse.

Gli studi più recenti che le vedono protagoniste sono la patologia di Chron, la sclerosi multipla, il rigetto post- trapianto, l’osteoartrite del ginocchio, il diabete, l’Alzheimer, l’autismo, l’artrite reumatoide, la sclerosi laterale amiotrofica, l’infarto del miocardio, l’anemia aplastica, l’osteoartrite e le lesioni al midollo spinale.

Queste cellule sono estraibili dal sangue cordonale, dal tessuto cordonale, dalla membrana amniotica, dal liquido amniotico, dalla membrana corionica e dalla placenta oltre che dal midollo osseo, dalla polpa dentale e dal tessuto adiposo come già noto. Ma le fonti perinatali godono della loro non invasività nel preliavo, sono una fonte etica e hanno un potenziale in termini di “staminalità” più elevato rispetto alle fonti adulte, non hanno mai visto contaminazioni ambientali e sono moltiplicabili in vitro per diversi cicli prima del differenziamento.

Possono essere crioconservate alla nascita e disponibili nell’immediato.

La scienza va avanti e noi ricercatori siamo sempre più in grado di interpretare le possibili soluzioni, ecologicamente compatibili con una terapia personalizzata che vede nel materiale biologico da cui originiamo, la giusta risposta terapeutica.

Fonte: Regenerative Medicine “Advances in perinatal stem cells research: a precious cell source for clinical applications”