Scoperte le cellule staminali "jolly" in grado di sostituire gli organi danneggiati
La scoperta è stata fatta, per caso, dal laboratorio della California, il Salk institute for biological studies di La Jolla, dove alcuni ricercatori stavano sperimentando nuovi terreni per la coltura di cellule in laboratorio. Le nuove staminali, dette “cellule jolly” sono in grado di trasformarsi in diverse parti del corpo, dando così una ulteriore forte spinta in avanti alla medicina rigenerativa che da oggi sarà in grado di realizzare organi e tessuti umani adatti a sostituire parti del corpo danneggiate.
La loro caratteristica identificativa, infatti, deriva dalla posizione che occupano all’interno dell’embrione e non dallo stadio dello sviluppo embrionale; non solo: tali cellule sono molto semplici da coltivare o replicare in provetta e da modificare nel loro DNA.
Per ottenere questo tipo di cellule i ricercatori americani, partendo da normali linee cellulari di staminali umane per studiarne lo sviluppo embrionale, le hanno modificate attraverso un cocktail speciale di sostanze chimiche e poi le hanno trasferite in embrioni di topo non vitali.
A tal punto hanno osservato che alcune linee cellulari, denominate poi “rsPSCs”, andavano a localizzarsi in particolari aree embrionali da colonizzare ed erano in grado di formare sempre i tre foglietti germinativi, ovvero il mesoderma, l’ectoderma e l’endoderma, strutture embrionali fondamentali da cui si originano tutti i tessuti dell’organismo.
Questa particolarità dà alle nuove staminali grandi potenzialità; infatti, su Nature gli autori della ricerca hanno spiegato: “La pluripotenza, cioè la capacità di generare qualunque tipo di cellula del corpo, è una caratteristica evanescente, transitoria. Le cellule pluripotenti possono, però, essere catturate durante il processo di embriogenesi, e preservate nel tempo in coltura come staminali”.
Juan Carlos Izpisua Belmonte, coordinatore della ricerca ha aggiunto: “Queste nuova tipologia di cellule, in particolare potrà offrire enormi vantaggi per studiare in laboratorio lo sviluppo, l’evoluzione e le malattie, ma anche per sviluppare nuove terapie”.
Questa scoperta incredibile porterà grandi vantaggi alla medicina rigenerativa che potrà raggiungere traguardi fino a qualche tempo fa impensabili.