Il ruolo del DHA sulle cellule ematopoietiche: una conferma su Nature
Lo studio clinico CORDHA, sulla “Ottimizzazione della vitalità delle cellule staminali cordonali dopo somministrazione del DHA durante il terzo trimestre di gravidanza”, realizzato nel 2013 dalla dott. Martini, direttore scientifico di SmartBank Scientific, aveva l’obiettivo di dimostrare come il DHA, somministrato in gravidanza, determini un incremento della maturità tissutale e della vitalità, quindi, delle cellule staminali estratte dal cordone.
Il DHA (acido docosaesaenoico) è un acido grasso essenziale della linea Omega 3, sempre meno presente nella dieta occidentale per il basso consumo di pesce; viene normalmente prescritto alle donne in gravidanza come integratore della dieta alimentare per i suoi benefici effetti sulla mamma e sullo sviluppo neurocognitivo, psicomotorio e visivo del feto.
Assieme a proteine, ferro, calcio, magnesio e vitamina B rappresenta un nutriente cruciale durante la seconda parte della gestazione, quando avviene il 90% della crescita fetale. *
Tra gli effetti benefici degli Omega-3: la riduzione della pressione sanguigna, la stimolazione della produzione di ormoni e delle fibre nervose, la regolazione della temperatura corporea e delle vie bronchiali.
Ciò è particolarmente importante per la conservazione delle cellule staminali, in quanto il limite dell’utilizzo dell’unità cordonale a scopo terapeutico è legato al numero e alla vitalità delle cellule presenti: generalmente le quantità raccolte dal cordone ombelicale sono sufficienti per il trapianto in un bambino di 14 anni, mentre per un adulto potrebbe essere necessario reperire un ulteriore unità di cellule, da un donatore compatibile o mediante l’espansione delle staminali in laboratorio, per un trapianto “combinato”.
Più alta sarà la quantità e la vitalità, quindi, delle cellule raccolte al momento del prelievo, maggiore sarà il potenziale per i futuri utilizzi terapeutici.
Oggi, a dimostrare la validità di questo studio clinico, portato avanti con un team di biologi dell’Università “ La Sapienza” di Roma, medici e ostetriche del Dipartimento di Ostetrica e Ginecologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e ricercatori ISOF del CNR di Bologna, sono i risultati che la d.ssa Irene Martini, direttore scientifico di SmartBank Scientific, ha presentato a Montecarlo, in occasione del quarto Congresso Mondiale ESH/NetCord/Eurocord sulle “Cellule staminali del cordone ombelicale” organizzato dal 24 al 27 ottobre ’13 e presso la World Cord Blood Conference di Londra nel maggio 2017.
Le pazienti arruolate (104 in totale) sono state divise in due gruppi: un gruppo composto da 40 gestanti ha ricevuto il DHA al dosaggio di 250 mg al giorno o il placebo (olio di oliva in capsule) a partire dalla 20° settimana, mentre un secondo gruppo di 64 donne è stato trattato a partire dalla 28° settimana, quando la richiesta di omega-3 è maggiore. In entrambi i gruppi il livello di DHA è stato monitorato prima della somministrazione delle capsule di DHA, alla 20 e 28° settimana e infine alla 37° e 38° settimana.
Grande è l’importanza che viene affidata alle staminali cordonali. Il problema che si pone però riguarda la loro capacità di attecchire in tempi brevi. «E questo – precisa Martini – è garantito solo da un’ampia popolazione di cellule staminali e di progenitori cellulari».
Bene a distanza di 5 anni, ieri è apparsa su Nature Communication una conferma di quanto dimostrato nello studio clinico. Il DHA è fondamentale per il mantenimento e l’espansione delle cellule staminali ematopoietiche.
Fonte: Lo studio è stato oggetto di registrazione su Trials con il numero di protocollo clinico ISRCTN58396079, è poi stato pubblicato su Trials nel 2013
Brevetto rilasciato: RM2013A000128
Nature Communication 3 aprile 2018