Banking privato
L’uso privato delle staminali cordonali: immediata reperibilità – basso rischio di complicanze
Il “Banking privato”, o conservazione privata, prevede l’esportazione all’estero del sangue cordonale dopo l’ottenimento dell’Autorizzazione all’esportazione; la conservazione può essere effettuata da tutte le mamme che vogliono garantire ai
propri bimbi una “risorsa naturale” in più da poter reperire velocemente ed utilizzare in tutti i paesi del mondo, Italia compresa, purché siano rispettati dalla biobanca prescelta gli standard internazionali di qualità per la raccolta, il processamento e il bancaggio delle cellule cordonali e recepite le Direttive Europee.
Questa possibilità è stata introdotta in Italia con la Legge del 21 Ottobre del 2005 n.219, “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati”.
Negli anni il diritto dei genitori italiani ad esportare il proprio campione di sangue cordonale è stato confermato e attualmente la materia è disciplinata dall’Ordinanza Ministeriale del 26-02-2009, “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale” e dall’Accordo n. 62 tra Stato, Regioni e Province Autonome del 26-04-2010 che ne ha recentemente modificato l’iter procedurale. Per informazioni su come ottenere l’Autorizzazione all’esportazione vai alla pagina“Guida al servizio”.
Per il riutilizzo del campione conservato all’estero, invece, è necessario ottenere un’Autorizzazione all’importazione del campione, rilasciata di volta in volta dal Ministero della Salute – Ufficio VIII – dipartimento della Prevenzione e Comunicazione – Direzione Generale Prevenzione Sanitaria, in conformità alla legge 219/2005. La garanzia di poter reimportare in Italia un campione conservato all’estero è subordinata al rispetto delle linee guida fornite dalle autorità preposte di competenza territoriale, nonché dal rispetto delle Direttive europee e dalla qualità del laboratorio scelto per la conservazione.
SmartBank Scientific, ad oggi, è l’unica consulenza di conservazione ad aver reimportato un campione in Italia.
A partire dal 1988, ovvero dal 1° trapianto di successo con cellule staminali ematopoietiche da sangue cordonale per un’Anemia di Fanconi, è divenuto evidente come anche le cellule staminali “neonatali” (cordonali) siano utili e possano sostituire il midollo osseo a scopo di trapianto (Broxmeyer et al. 1989).
A seconda della patologia da trattare, i trapianti si suddividono in:
- autologo (le cellule appartengono e sono utilizzate dal donatore);
- allogenico o eterologo (da donatore diverso, compreso un familiare).
Nel trapianto autologo il problema della compatibilità tra due diversi tessuti non sussiste in quanto si utilizzano cellule staminali appartenenti allo stesso paziente, riducendo notevolmente il rischio di complicanze immunologiche come il rigetto.
L’uso autologo di cellule staminali ematopoietiche è consigliato come prima scelta nel trattamento di:
LINFOMI | LEUCEMIE | ALTRE PATOLOGIE |
Linfoma di Hodgkin (ricaduta) | Leucemia Linfoide Cronica | Amiloidosi |
Linfoma non-Hodgkin | Disordini autoimmuni | |
Linfoma diffuso delle cellule B (ricaduta) | Mieloma | |
Linfoma cellule mantello | Neuroblastoma | |
Linfoma linfoblastico | Retinoblastoma | |
Linfoma di Burkitt | ||
Linfoma follicolare cellule B | ||
NHL cellule T |
Nel trapianto allogenico o eterologo è assolutamente necessario verificare la compatibilità delle cellule staminali tra il donatore e il ricevente, attraverso un procedimento di tipizzazione tissutale, accertando che siano HLA compatibili(Human Leucocyte Antigens). Vedi anche Test compatibilità HLA.
L’utilizzo di campioni tra fratelli è molto frequente, data l’elevata probabilità di essere compatibili:
totale del 25%; parziale del 39%.
A livello mondiale oltre 1/3 dei trapianti avviene tra fratelli. (Haematologica, luglio 2011).
Fino alla fine degli anni ’90 i trapianti allogenici intra-familiari ottenevano una percentuale di sopravvivenza nettamente superiore rispetto ai trapianti tra non consanguinei:
Grazie alle nuove tecniche di preparazione al trapianto, negli ultimi anni questa differenza si è ridotta anche se le cellule staminali da cordone ombelicale rappresentano sempre un’alternativa efficace, specie per quei pazienti che non dispongono di un donatore familiare o volontario compatibile.
Tabella dei vantaggi e degli svantaggi dei trapianti con cellule staminali da cordone ombelicale:
TRAPIANTI CON CELLULE STAMINALI CORDONALI | |
VANTAGGI | SVANTAGGI |
Prelievo facile senza rischi per la mamma o il neonato | Dose cellulare scarsa |
GVHD meno frequente e meno severa | Ritardato attecchimento |
Possibile trapianto anche con compatibilità HLA parziale | Ritardato recupero di piastrine e neutrofili |
Minor rischio di trasmissioni virali | Maggiore rischio di contrarre infezioni nel periodo che precede l’attecchimento delle cellule trapiantate (circa 2 settim. in più rispetto al midollo osseo) |
Immediata reperibilità in caso di necessità | Potenziali trasmissioni di malattie congenite |
Semplicità nel recupero del campione rispetto a campione appena prelevato da midollo osseo | |
Flessibilità di cambiamento nella data del trapianto | |
Maggiore proporzione di rappresentanza etnica nelle banche di cordone ombelicale rispetto ai registri di midollo osseo |
Modificato da: A.Stanevsky , A.Shimoni – R.Yerushalmi – A.Nagler “Cord Blood Stem Cells for Hematopoetic Transplantation” (2010) – Stem Cell Rev and Rep.
Nella medicina rigenerativa, i cui studi clinici sono in corso di validazione, si prevede un uso soprattutto autologo. Per saperne di più vai alla pagina “STUDI CLINICI”.
SmartBank è orgogliosa di esporre i volumi medi dei prelievi dei campioni crioconservati finora durante i suoi anni di attività; risultati che sono in linea con i valori nazionali inglesi pubblicati su S. Querol, SG. Gomez, A. Pagliuca, M. Torrabadella and JA. Madrigal, “Quality rather than quantity: the cord blood bank dilemma” su Bone Marrow Transplantation (2010) 45, 970-978
Distribuzione percentuale del numero totale di campioni divisi in base al volume di sangue cordonale prelevato al momento del parto. Ogni raggruppamento rappresenta un intervallo 10 ml ad eccezione dell’ultimo gruppo che va da 170 ml a 251 ml di sangue cordonale. Il dato fa riferimento ai campioni compresi nel periodo dal 2006 al 30-06-2011.
Si precisa, però, che a fronte di tali dati medi, i parametri che incidono sul prelievo sono numerosi e non è possibile fare una previsione certa in rapporto all’epoca gestazionale, alle condizioni fisiologiche del parto, al peso corporeo del bimbo e della placenta, al tipo di parto etc. e non è pertanto possibile garantire la rispondenza del singolo campione prelevato ai sopracitati valori medi, i quali – sostanzialmente omogenei negli anni – dimostrano la grande affidabilità nel tempo di SmartBank.
Con le conoscenze attuali e nel rispetto delle migliaia di persone che hanno beneficiato con successo di un trapianto di cellule staminali, trattare il cordone ombelicale del bambino con il suo prezioso contenuto come un semplice rifiuto ospedaliero da smaltire è davvero uno spreco.