Domande e risposte
Le vostre domande più frequenti
Cos’è il sangue del cordone?
Il termine “sangue del cordone” è utilizzato per definire il sangue prelevato dal cordone ombelicale e dalla placenta dopo la nascita di un bambino.
Cosa sono le cellule staminali presenti nel sangue cordonale?
Il cordone ombelicale e la placenta sono importanti riserve di cellule staminali. Queste sono differenti dalle staminali embrionali di un ovulo fecondato e da quelle presenti nell’organismo di un individuo bambino o adulto, per la loro maggiore immaturità, sterilità, cellularità, plasticità: possono infatti moltiplicarsi e differenziarsi nel sangue e nelle cellule del sistema immunitario, così come in altre tipologie di cellule.
Come si preleva e conserva il sangue cordonale?
Il prelievo del sangue del cordone è indolore e non comporta alcun rischio per la madre o per il bambino. Una volta avvenuto il parto, il sangue è prelevato dal cordone pinzato e tagliato. Le cellule staminali in esso contenute raggiungono l’apice della loro vitalità entro un paio di giorni dalla raccolta. Ciò garantisce il tempo sufficiente per recapitare il campione al laboratorio. Nel laboratorio le cellule vengono analizzate, processate e congelate criogenicamente. Una volta congelate, essere rimangono vitali per molti anni.
A cosa serve la conservazione delle staminali cordonali? Potrà essere effettivamente utile?
A più di 20 anni dal primo trapianto di successo, le cellule staminali cordonali sono ogni giorno che passa sempre più utilizzate per il trattamento di numerose patologie onco-ematologiche, malattie immunologiche e per alcune più recenti applicazioni sperimentali di medicina rigenerativa, attraverso trapianti di tipo autologo, allogenico intra-familiare e allogenico extra-familiare.
In famiglia non ci sono mai state patologie particolari, mi conviene donare: è vero che lo posso recuperare?
La possibilità di recuperare il proprio campione donato presso una banca pubblica è molto alta: circa il 98% di probabilità. In Italia, però, nonostante la presenza di 19 banche pubbliche nazionali, vi è ancora un alto rischio (75%) di NON riuscire a donare il proprio sangue cordonale; le cause sono diverse: moltissime strutture sanitarie, in primis le cliniche private, non effettuano la donazione pubblica; emergono inefficienze organizzative per il trasferimento dei campioni se il parto avviene durante il fine settimana o giorni festivi; vi sono criteri di selezione del donatore molto più stringenti per la donazione rispetto a quelli per la conservazione privata (i trapianti tra consanguinei, infatti, necessitano di una quantità/qualità di cellule minore rispetto a trapianti tra non consanguinei).
Quali tipi di biobanche conservano il sangue del cordone ombelicale?
Vi sono tre tipi di banche di sangue del cordone:
1. BANCHE PUBBLICHE
2. BANCHE FAMILIARI
3. BANCHE MISTE (come il Laboratorio BioVault)
Le banche pubbliche conservano il sangue del cordone donato per un potenziale utilizzo su pazienti da sottoporre a trapianto.
Il donatore rimane anonimo. Se doni il sangue cordonale di tuo figlio ad una banca pubblica, la tua donazione può salvare una vita ma non hai garanzie di poterne disporre per un familiare in futuro. Le banche familiari conservano privatamente il sangue collegandolo all’identità del donatore, in modo che possa essere utilizzato dalla famiglia se necessario, dal bambino stesso o da un consanguineo compatibile. Le banche miste sono private ma conservano anche per i registri di donazione internazionale e uniscono al servizio di conservazione per la famiglia la possibilità di iscrivere contemporaneamente il campione nell’elenco dei donatori pubblici, in modo da poterlo donare ad altri in caso di bisogno.
Chi può donare il sangue cordonale ad una banca pubblica?
Tutte le mamme esenti da qualsiasi malattia, che durante la gestazione non abbiano assunto farmaci o avuto uno stato febbrile, che non siano positive né all’Epatite B, o agli Anticorpi Epatite C, o HIV, che decidano di partorire in una struttura sanitaria convenzionata con una banca pubblica. Per accertarsi di ciò, basta rivolgersi alla Direzione Sanitaria della struttura sede del parto ed in caso positivo, adempiere alla procedura per la donazione (firmare un consenso informato, compilare l’anamnesi storico-sanitaria ed effettuare le suddette analisi del sangue).
Chi può conservare il sangue cordonale in una banca familiare?
Eccetto rari casi di complicazioni mediche, la maggior parte delle madri può conservare il sangue del cordone per uso familiare in una banca privata. Non importa dove vivi o partorirai, perché puoi disporre di un kit di prelievo da portare all’ospedale, comprensivo di istruzioni per la spedizione del sangue al laboratorio. Se desideri conservare le cellule staminali per uso familiare, ricordati di chiedere almeno 1 mese prima della data presunta del parto alla Direzione Sanitaria della struttura che hai scelto, le istruzioni sulla procedura da seguire per ottenere l’Autorizzazione all’esportazione del sangue cordonale.
E se qualcuno della mia famiglia ha una malattia che può essere trattata con le staminali cordonali?
Se il sangue cordonale di tuo figlio risultasse già necessario a curare un componente della tua famiglia, potresti essere ammesso a beneficiare gratuitamente della “Conservazione autologa dedicata” presso una banca pubblica italiana che offre un apposito programma di donazione tra congiunti. In questo caso devi rivolgerti all’ospedale/clinica della sede del parto e fornire accurata documentazione clinica e presentare la domanda compilata dal tuo medico.
E se fallisce la biobanca?
Un contratto di conservazione privata rispettoso dei diritti e a tutela dei genitori deve poter garantire la conservazione per tutta la durata prevista. A tal proposito BioVault è la banca che in Europa vanta la maggiore sicurezza: non solo per le certificazioni e gli accreditamenti che possiede ma anche per i servizi di banking pubblico per il National Health Service (NHS), il Servizio Sanitario Nazionale Inglese e il South West Peninsula Transplant Service.
Mio figlio può utilizzare il suo stesso sangue del cordone?
Ad oggi, molte delle malattie per le quali i bambini sono sottoposti a trapianto delle cellule staminali (le malattie genetiche) necessitano di cellule sane provenienti da un’altra persona e non dal paziente stesso.
Si ricorda che circa 1/3 dei trapianti avviene tra fratelli. I trapianti fra adulti, invece, sono suddivisi quasi equamente fra trapianti con cellule proprie e trapianti da donatore compatibile. In futuro, grazie ai nuovi dati relativi alla medicina rigenerativa, in corso di validazione e con l’avanzare della ricerca, il numero di trattamenti e la probabilità di utilizzare le cellule staminali cordonali a fini allogenici o autologhi potrebbe crescere sensibilmente. Si sottolinea, inoltre, la possibilità di effettuare indagini diagnostiche sul campione cordonale, quale testimone biologico alla nascita.
Non l’ho fatto per il primo figlio, perchè fare differenze?
È tra fratelli che la ricerca di un donatore compatibile per un trapianto trova la maggior probabilità di successo: basti pensare che da una compatibilità totale di almeno il 25% tra fratelli, si arriva fino ad una compatibilità minima del 39%; inoltre la mancanza di un vissuto immunologico (per infezioni ambientali, alimentari, da virus) rende le cellule staminali cordonali una preziosa riserva biologica per l’intera famiglia del nascituro. Tra due soggetti non consanguinei invece, la compatibilità scende a soli 1 su 50.000/100.000 a seconda dell’etnia; la probabilità di reperire un campione nei registri internazionali per l’etnia caucasica sale al 50% – 80%.
In quanto tempo consegnate il campione al laboratorio?
La media è entro le 36 ore.
Consegnate anche nei giorni festivi?
Se necessario abbiamo un secondo corriere dedicato al ritiro del campione anche nei giorni festivi.
E’ possibile utilizzare il campione in Italia?
SI, esistono degli ottimi centri a Milano, Pavia, Genova, Roma, Modena. In Italia l’Autorizzazione all’importazione del campione è rilasciata di volta in volta dal Ministero della Salute – Ufficio VIII – dipartimento della Prevenzione e Comunicazione – Direzione Generale Prevenzione Sanitaria, in conformità alla legge 219/2005.
In quanto tempo se ne dispone?
Recapitiamo il campione nelle 24 antecedenti al trapianto.
Fate dei test genetici sul campione?
NO, perché è bene non sprecare nulla del campione cordonale, considerando soprattutto che si possono effettuare con un prelievo di sangue periferico o dalla mucosa orale con un semplice tampone buccale.
Si può incontrare un vostro referente di zona?
In quasi tutte le zone è possibile, fissando un appuntamento.
Si può rateizzare la spesa?
SI, con rate mensili da 12, 18, 24 o 36 mesi.
Perché dovrei scegliere SmartBank Scientific ?
- assistenza scrupolosa e professionalità; costanti aggiornamenti scientifici e normativi ai clienti per tutta la durata della conservazione;
- max garanzia sull’idoneità del campione;
- max garanzia sul suo utilizzo ovunque nel mondo;
- nessun rischio legato al fallimento della banca;
- contratto con foro competente in Italia (= spese legali più accessibili in caso di contenzioso);
- esperienza nell’esportazione per utilizzo dei campioni;
- trasparenza totale e certificazione dettagliata di ogni servizio svolto.