La rivista Nature si interroga sull’oblio nei programmi politici dei temi legati alla scienza
Con le elezioni del 4 marzo il rischio più grande è la formazione di una maggioranza di grandi intese con programmi eterogenei.
I temi dell’immigrazione, dell’afflusso di rifugiati, della battaglia dei vaccini e l’eurozona sono all’ordine del giorno ma nessuno parla di scienza, di impatto ambientale e di innovazione tecnologica.
La commissione europea è fortemente preoccupata dalla mancanza di fondi per la ricerca, commenta Mario Pianta, economista della terza università romana su Nature.
L’Italia ha una eccellenza scientifica in Fisica e in Biomedicina a cui non viene data voce. Vi è una totale mancanza di modernizzazione nel sistema scientifico negli ultimi due decenni. I finanziamenti sono collassati, la burocrazia incalza e non vi è sufficiente rappresentatività politica del mondo della scienza.
Il governo Gentiloni ha introdotto qualche iniziativa di finanziamento lanciando un piano da un miliardo e mezzo di Euro nel progetto “Human Technopole” a Milano, focalizzato sulla genomica e sulla medicina personalizzata ma non è sufficiente.
Vi è anche un chiaro esodo di ricercatori che lasciano Italia e Spagna.
Malgrado ciò l’Italia ha aumentato del 10% la sua performance nella graduatoria dei contributi scientifici mondiali più citati dal 2005 ad oggi.
La sua produzione scientifica in ricerca e sviluppo ha un forte impatto nelle pubblicazioni scientifiche ma il paradosso non è sostenibile nel tempo dice Pianta, il rischio è invece di avere una tendenza che vira alla mediocrità.
Il Movimento 5 Stelle sembra non avere a cuore la scienza anche se dice di aver stanziato finanziamenti. Alcuni suoi politici ancora sostengono la campagna contro i vaccini.
La coalizione di destra non sembra avere a cuore la scienza.
Un mondo senza innovazione e senza ricerca è destinato a fermare il passo, è questa l’Italia che desideriamo per i nostri figli?