L’importanza dell’imaging e dei trattamenti combinati per le lesioni del midollo spinale
Le lesioni croniche al midollo spinale sono una condizione neurologicamente debilitante che viene gestita sotto il profilo sintomatologico senza una reale strategia terapeutica.
Anche se non vi è un consenso preciso, riuscire a intervenire con una terapia che resiste nel tempo è un ottimo intervento per una lesione permanente anche se è improbabile restaurare definitivamente le lesioni neurologiche.
L’avanzamento delle nanoscienze e delle tecnologie a base di cellule staminali combinate con le modalità di neuroimaging possono, di fatto, accelerare il passo verso le strategie terapeutiche.
Molti studi a base di cellule staminali hanno raggiunto la fase II includenti cellule staminali adulte, cellule staminali spinali, cellule olfattorie cellule di Schwann autologhe, cellule mononucleate da sangue cordonale, cellule mesenchimali adulte e cellule staminali da midollo osseo.
E’ evidente che tali terapie sembrano essere molto promettenti per le lesioni spinali croniche. Un protocollo combinatorio con fattori di crescita, cellule e matrici nanostrutturate biocompatibili che consentono il rilascio ritardato di fattori in grado di guidare la ricrescita dei neuroni nel Sistema nervosa centrale, sarà la chiave del successo.
L’avvento dell’imaging e in particolare con la Risonanza Magnetica Nucleare in termini di definizione nelle sequenze consentirà di quantificare la risposta biologica alla terapia, cosi come l’elettromiografia consente di misurare i riscontri funzionali delle nuove terapie cosi risolvendo il problema della riproducibilità dei risultati clinici statisticamente e biologicamente significativi.
Ciò nonostante, l’uso di modelli di bioingegneria con microchip può effettivamente rivoluzionare la medicina traslazionale facilitando l’approvazione di farmaci e l’implementazione di nuovi trattamenti.
Da un punto di vista pratico, vi sono ancora diversi ostacoli da superare come la mancanza di dati pubblicati da parte delle società che investono nel campo delle lesioni midollari e come gli studi clinici che dovrebbero essere il più possibile inclusivi delle lesioni croniche piuttosto che di quelle acute altrimenti la valutazione complessiva dell’affidabilità dei risultati potrebbe essere troppo sfidante sul tema della rigenerazione del Sistema Nervoso Centrale.