Acido folico e prevenzione nei difetti congeniti

L’ISS  dal 2004 ha creato un network tra strutture pubbliche e private, testate giornalistiche scientifiche e media, con lo scopo di sensibilizzare le future mamme all’assunzione di adeguate quantità di acido folico (vitamina del gruppo B), in quanto  lo sviluppo corretto dell’embrione e del feto successivamente è fortemente influenzato dalla presenza di specifiche vitamine e di enzimi, in particolare data la loro capacità di interagire con il Dna delle cellule staminali.

La rete di sensibilizzazione ha visto aumentare dal 2004 al 2012 dal 4% al 34%, il numero delle donne in età fertile, che nel periodo periconcezionale (quindi circa un mese  prima del presunto concepimento al primo trimestre di gravidanza), hanno assunto un supplemento di acido folico.

Il primo trimestre è infatti una fase critica e delicata, poichè le malformazioni che possono svilupparsi in questo periodo, sono le più gravi, determinate da uno sviluppo non corretto, in particolare, la carenza di acido folico, determina una interferenza nel processo di chiusura del tubo neurale, diventando responsabile della comparsa della spina bifida.
Le linee guida stabilite dal network italiano promozione dell’acido folico, stabiliscono come dose ideale 0,4 mg giornalieri, oltre ad una dieta correttamente bilanciata.

D.ssa B. Hugonin – Biologa

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