Un affare di famiglia

La sostenibilità sociale del banking pubblico e privato delle cellule staminali da sangue cordonale è stata esaminata da una pubblicazione molto interessante, di natura filosofica direi, inerente al “nodo” sociale di assistenzialismo e etica partecipativa.

La questione riguarda il concetto di donazione, che cos’è un “dono” e per lo più un “dono biologico”.

Le cellule dei nostri figli appartengono per legge e fino a alla maggiore età alla mamma, ciò ha degli aspetti di incredibile responsabilità in ambito di scelte terapeutiche e di prevenzione.

La scelta sul banking delle cellule staminali è una delle prime impronte sociali a cui siamo chiamati a rispondere come genitori.

Cosa s’intende per atto sociale? In una versione socialista, il dono verso terzi, verso l’altrui al di fuori della famiglia è considerato come dono altruistico ma la dialettica degli opposti nasce proprio da qui. Perché il dono in famiglia o per il proprio figlio non dovrebbe essere un atto sociale? Il nucleo familiare è considerato di per sé un piccolo mondo sociale all’interno del quale peraltro vi è una forte compatibilità biologica al punto in cui in America è nata la prima banca di cellule che definirei “family&friends” per l’opportunità di creare delle banche dati genetiche e cellulari che raggruppino vicinanze genetiche tali da avere maggiore probabilità di identificare un donatore allogenico all’interno di un nucleo di compatibilità genetica elevato.

La logica del banking pubblico ha un profilo legato prevalentemente alle patologie ematologiche e onco-ematologiche che oggi, peraltro, trovano risposta terapeutica convincente anche da donatore familiare vivente parzialmente compatibile, ciò che in gergo chiamiamo trapianto allo-identico.

La logica del banking privato nasce invece con il presupposto di un bagaglio biologico di cellule e di DNA appartenente al neonato e disponibile per la famiglia in caso di bisogno.

Quindi fuori dal confronto tra socialismo e neoliberismo dobbiamo capire che in Italia si buttano nei rifiuti biologici il 98% dei campioni di sangue cordonale e questo a causa di una mancata informazione sulle scelte disponibili oltre alla sostenibilità economica del sistema pubblico o del privato di portare a compimento questa scelta.

Ora, impariamo sempre più a identificare le cellule responsabili delle risposte terapeutiche. Pertanto non si parla solo di cellule staminali ma anche di progenitori cellulari, di monociti, di linfociti Treg, di cellule stromali e endoteliali, di lisato piastrinico, di derivati cellulari come le vescicole in grado di rilasciare fattori di crescita. In sostanza, un universo terapeutico di cui stiamo imparando le declinazioni cliniche.

SmartBank Scientific è citata in questa pubblicazione in ragione della scarsa probabilità che ricorre nell’essere donatore al di fuori dell’ambito familiare, ahimè vera, vista la logistica e i costi del banking pubblico. Questa realtà oggi possibile solo nello 0,4% delle nascite.

Il respiro della scienza va ben oltre lo spirito sociale, si trasforma con l’apprendimento scientifico e supera le barriere politiche e sociali nel suo divenire. Aderire al processo scientifico in funzione della “proof of concept” è un dovere cosi come difendere il principio etico e legale, il diritto di considerare un atto sociale anche quello di essere genitore.

Fonte: Public Understanding of Science, 2019