Gli orizzonti della medicina rigenerativa

La medicina rigenerativa è pronta per una rivoluzione: la cura delle malattie che sarà possibile grazie alla scoperta di nuovi metodi per favorire la capacità del corpo di curare sé stesso. Mentre le terapie convenzionali cercano di risalire ai sintomi, la medicina rigenerativa tenta di invertire il corso delle malattie individuandone le cause e ricostituendo tessuti cellulari e organi. Oggi, le terapie basate sulle ricerche effettuate su cellule staminali adulte sono uno dei pilastri della medicina rigenerativa.

“Stiamo sviluppando prodotti basati su cellule staminali che permettono loro di essere introdotte in modo molto semplice con un’iniezione intravenosa” spiega il professor Silviu Itescu, fondatore e amministratore delegato di Mesoblast, un’azienda che si occupa di medicina rigenerativa. “I benefici derivano dalle proprietà che restituiscono a questi specifici tessuti danneggiati che cerchiamo di individuare. Per esempio in un’articolazione infiammata di pazienti che soffrono di artrite reumatoide, queste cellule arriveranno fino al punto critico e lo cureranno selettivamente. Altrimenti, prendiamo il caso delle malattie ai polmoni: grazie a una semplice iniezione intravenosa, le cellule trovano la loro strada e vanno dritte al polmone infiammato, agendo localmente, senza arrivare ad altri tessuti che invece godono di buona salute e che non necessitano di essere raggiunti”.

La medicina rigenerativa sarà la tendenza dominante del futuro? Secondo Sir John Gurdon, vincitore del Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 2012, la prospettiva di sostituire le cellule si è molto accreditata:
“Penso che rappresenti un’ottima speranza per le persone che hanno bisogno di un determinato tipo di cellule” dice John Gurdon. “Ma un’altra cosa è affermare che sostituiremo un cuore intero o un cervello intero. Questo è complicato, invece sostituire tipi di cellule individuali sembra essere una buona prospettiva”.

La Chiesa cattolica sostiene le cellule staminali adulte, perché pensa che esse costituiscano una tecnologia innovativa in grado di conciliare i progressi della scienza e le preoccupazioni etiche.

 

Fonte: Euronews

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