Anche l'Aduc chiede: perchè una normativa che crea ostacoli e inutili costi a Stato e utenti?

L’obiettivo del “pressing” dell’Antitrust sulle aziende di questo settore in espansione, è stato quello di assicurare ai futuri genitori che vogliono conservare all’estero il sangue del cordone ombelicale dei loro bambini, di ricevere un’ informazione più completa e trasparente sulle reali applicazioni terapeutiche delle cellule staminali emopoietiche cordonali, per scegliere le  banche estere più serie ed evitare le  mete “dubbie” dal punto di vista scientifico.

Secondo Vincenzo Donvito,  presidente nazionale dell’Aduc, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, il problema è perchè ci si debba sottoporre a questo “turismo” o rinunciarvi, come avviene per la maggior parte dei cordoni che finiscono nella spazzatura.
Il costo di questo “trasferimento” del sangue ombelicale è molto alto, sia dal punto di vista scientifico, che medico, culturale ed economico – scrive Donvito in un articolo comparso online sul sito di Aduc. -”Soprattutto per i  cittadini, che pagano salassi per portare le staminali cordonali all’estero, ma anche per le istituzioni (inclusa l’Antitrust), che devono vigilare per la corretta applicazione di leggi, messe lì solo per fare bella mostra di una ideologia minoritaria imposta alla maggioranza”.-
Dello stesso parere è anche la dottoressa Irene Martini, secondo cui  SmartBank, di cui è Direttore scientifico,  nasce da “ragioni scientifiche”. “Sarei certamente favorevole alla possibilità di poter conservare il sangue del cordone ombelicale in Italia, – afferma –  purchè ci siano laboratori con la qualità e la serietà necessaria, due requisiti indispensabili”.
L’azione dell’Autorità era stata avviata lo scorso anno, con l’apertura di 6 istruttorie nei confronti di 6 società; procedimenti conclusisi con l’accettazione degli impegni presentati dalle aziende e nessuna sanzione.

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