Metodo Stamina, le decisioni a favore vanno avanti in Parlamento e il Senato dice sì
Malgrado i pareri univoci e negativi da parte del mondo scientifico sul metodo del professor Vannoni, che prevede la somministrazione di staminali mesenchimali a pazienti neurologici, e dopo l’articolo comparso sulla rivista Nature, le decisioni in Parlamento vanno avanti: è stato infatti discusso il decreto legge “Stamina” del ministro della Salute Renato Balduzzi, con cui si autorizza l’avvio della sperimentazione della metodica tanto contestata. L’Assemblea del Senato lo ha approvato e ora il provvedimento passa all’esame della Camera. Il decreto, del 25 marzo 2013, ha 60 giorni per essere convertito in legge. La legge di conversione del decreto autorizza a proseguire le cure per «massimi 18 mesi», «in via eccezionale» e «sotto stretto monitoraggio clinico» , solo per i pazienti che abbiano già iniziato la sperimentazione e solo «in strutture pubbliche che rispettino le normative vigenti». Sono esclusi i pazienti affetti da Alzheimer e Parkinson. Il provvedimento prevede anche che “la metodologia utilizzata non possa servire per ottenere un’autorizzazione alla immissione in commercio”.
“Siamo però in antitesi con l’Europa- commenta la dottoressa Irene Martini, direttore scientifico di SmartBank- “In altri Paesi episodi di questo genere hanno determinato la chiusura di questo tipo di attività. Non solo ma l’intera vicenda sottrae le cure compassionevoli alla vigilanza dell’Agenzia del farmaco, l’AIFA”.
Contrario alla decisione di somministrare un trattamento, che non dovrebbe essere condotto al di fuori di una sperimentazione clinica controllata, senza dati sulla sicurezza e l’efficacia, è anche il premio Nobel per la Medicina 2012, Shinya Yamanaka, presidente della Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (Isscr) e scopritore delle staminali pluripotenti, indotte ottenute da cellule adulte. Lo scienziato esprime infatti preoccupazione per la decisione del Governo italiano sul via all’uso di una terapia non provata a base di staminali. Non ci sarebbero ragioni sufficienti per ritenere che questi pazienti possano avere qualche giovamento da questo trattamento.
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