Sclerosi multipla: lo studio in fase II prosegue e nel 2015 i primi risultati
Staminali si’, staminali no. Mentre il dibattito sul caso del metodo Stamina prosegue, anche la ricerca ‘ufficiale’ va avanti, e lontano dai riflettori. E’ il caso del primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l’efficacia dell’uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla (Sm), presentato in occasione del 28esimo Congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) a Lione e ora in pieno svolgimento, grazie al continuo arruolamento di pazienti, in maggior parte italiani.
A parlarne con l’Adnkronos Salute e’ Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell’universita’ di Genova, che in una sessione dal titolo suggestivo al convegno di Lione (‘From dreams to reality‘, dai sogni alla realta’) aveva definito lo studio come un passo in avanti verso la conferma che le staminali funzionano davvero contro la sclerosi multipla. “Anche se – teneva a precisare – dobbiamo subito specificare che potranno essere impiegate solamente in quei pazienti che hanno tessuti nervosi non ancora completamente danneggiati”.
L’esperto, dunque, non ipotizza di poter curare la malattia in qualsiasi stadio si trovi, perche’ “quando un bosco e’ stato distrutto da un incendio, e il bosco in questo caso e’ il sistema nervoso del paziente affetto da sclerosi multipla – spiega l’esperto per chiarire il concetto – non e’ piu’ possibile intervenire. Invece, quando l’incendio ancora non si e’ esteso, pensiamo sia possibile ‘spegnere le fiamme’ favorendo la sopravvivenza degli alberi non ancora distrutti e permettendo loro di germogliare nuovamente. Questo e’ quanto speriamo di ottenere grazie alle cellule staminali mesenchimali estratte dal midollo osseo del paziente stesso, dimostrando che hanno anche una funzione protettiva e riparativa dei nervi”.
Il trial arruolera’ in tutto 160 malati di sclerosi che non hanno precedentemente risposto alle terapie disponibili. Si mira, insieme con gli esperti di Francia, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Svizzera, Australia e Canada, a “concludere l’arruolamento entro la fine del 2013 e ad avere i primi risultati nel 2015”. Se positivi, si passera’ alla fase III. Finora i malati inclusi nel trial sono “17, di cui 9 italiani”.
Fonte: Adnkronos Salute
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