"Con le cellule staminali diremo addio ai trapianti": Giulio Cossu al convegno della Fondazione Veronesi

Con le cellule staminali diremo addio ai trapianti“: Giulio Cossu al convegno della Fondazione Veronesi, “The Future of Science” che si svolge dal 17 al 19 settembre a Venezia, è un ospite e relatore illustre.

Dalle sue prime dichiarazioni sullo stato dell’arte sui trapianti afferma che un giorno i trapianti rappresenteranno il passato della medicina, perché le cellule e i tessuti si comporranno in laboratorio così da abbattere i tempi delle liste di attesa, aumentare la disponibilità di organi disponibili e superare il problema dell’immunosoppressione.  I primi risultati sono già una realtà: negli autotrapianti (trapianti autologhi) le applicazioni cliniche riguardano soprattutto le cellule staminali ematopoietiche (contro le immunodeficienze congenite), ma anche la pelle in caso di ustioni, e la cornea; pochi mesi fa è stato autorizzato anche un farmaco realizzato con le stesse cellule del paziente. Nella terapia genica invece, i primi risultati riguardano alcune malattie rare come le immunodeficienze congenite e la leucodistrofia metacromatica; ma le prospettive guardano in direzione di condizioni ereditarie del sangue – ad es. l’emofilia e la talassemia – e anche al Parkinson.

Giulio Cossu, docente di medicina rigenerativa all’università di Manchester, che interverrà a Venezia il 19 settembre, afferma che nella terapia genica o cellulare è possibile eliminare il difetto genetico alla base della malattia; quindi, non si ragiona sulla base di un farmaco buono per tutti ma di un approccio studiato su misura del singolo caso, per trovare cure  sagomate sul profilo del singolo paziente.

Ecco perché tra medicina rigenerativa e di precisione non ci sono molte differenze. Entrambe le locuzioni preannunciano uno scenario nuovo: una scienza che punta a individuare una moltitudine di risposte per vincere sfide importanti che vedono protagoniste soprattutto le cellule staminali e che saranno preannunciate nel corso di The Future of Science.

Le ultime notizie hanno riportato agli onori della cronaca le staminali embrionali, ottenute da embrioni di 5-6 giorni di età (allo stadio di blastocisti) e ritenute interessanti perché pluripotenti: in grado cioè di formare tutti i differenti tipi cellulari presenti nel corpo.
Il loro utilizzo nel campo della ricerca è vietato in Italia dalla legge 40 (di cui abbiamo parlato anche qui), ma per Cossu la questione andrebbe affrontata in maniera più razionale e meno oscurantista: «I detrattori parlano delle staminali embrionali come di qualcosa di superato dalle staminali riprogrammate, ma dimenticano che senza le prime non si sarebbe mai arrivati a questa scoperta. Gli studi andrebbero condotti in parallelo su entrambe le tipologie. Non sappiamo ancora quale possa essere il reale potenziale clinico delle embrionali».