Trattati pazienti con staminali mesenchimali del tessuto cordonale

La GVHD (acronimo di Graft Versus Host Disease) è la complicanza specifica che si osserva nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico (cioè da donatore) di Cellule Staminali Emopoietiche (CSE ) ed è espressione di una complessa reazione immunologica delle cellule immunocompetenti del donatore nei confronti dei tessuti ed organi del ricevente. Si distingue, inoltre,  la GVHD acuta, che insorge entro i primi 100 giorni dal trapianto, da quella cronica, che può manifestarsi più tardivamente.
Le manifestazioni della GVHD cronica possono interessare molti organi e tessuti: la cute e gli annessi cutanei, la mucosa del cavo orale e genitale, la congiuntiva, il tratto gastroenterico.  Il trattamento è basato sulla somministrazione di steroidi, in associazione o meno alla ciclosporina e se resistente agli steroidi, si prevedono altri rimedi come la fotoforesi extracorporea, l’anticorpo monoclonale anti CD20+ (rituximab), il micofenolato, gli inibitori della tirosin-kinasi (imatinib), la pentostatina ma l’ultima frontiera è l’infusione di staminali mesenchimali (MSC) via endovenosa.

In questo caso le cellule staminali  Mesenchimali tendono a sopprimere le reazioni autoimmuni e quindi, potenzialmente, potrebbero eliminare il conflitto con il trapianto.
E’ quanto emerge da un nuovo studio sperimentale su una serie di pazienti trattati per GvHD in Polonia con staminali Mesenchimali dalla gelatina di Wharton, di cui è composto il tessuto del cordone ombelicale, trapiantate nel tessuto spinale (WJ-MSC).

L’età dei pazienti facenti parte dello studio varia da 3 a 20 anni; tra loro,  3 persone avevano una vasta GvHD cronica e 7 con GvHD acuta.
I pazienti originariamente avevano ricevuto trapianti di cellule staminali a causa delle seguenti malattie di base:
leucemia acuta linfoblastica (ALL), la leucemia mieloide acuta (LMA), sindrome di mielodisplasia (MDS) trasformato in AML, MDS, grave anemia aplastica e linfoma non-Hodgkin.
I pazienti hanno ricevuto 1-3 infusioni endovenose di staminali Mesenchimali del tessuto cordonale da donatori,  all’interno di un intervallo di 1-2 settimane, ricevendo una dose complessiva mediana di 1,5 milioni di cellule per kg di peso corporeo. La Gelatina del Wharton è stata isolata mediante la raccolta di cordoni ombelicali, dai quali sono state isolate le MSC senza trattamento enzimatico e crioconservate in azoto liquido.
I primi risultati sembrano positivi ma è doveroso attendere ulteriori dati.