Curare ulcere agli arti inferiori con le staminali si può

Curare ulcere agli arti inferiori con le staminali si può: è la tecnica innovativa, ‘atraumatica’ e senza alcun rischio per l’ammalato, che consente in poco tempo la guarigione delle lesioni e il salvataggio dell’arto, presentata durante il congresso su “Patologia ostruttiva aorto-iliaca ed arteriopatia cronica degli arti inferiori: dalle terapie tradizionali alla terapia genica”, conclusosi ieri sera a Napoli e organizzato dal professor Francesco Pignatelli, primario Uoc di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale dei Pellegrini in Napoli.

Le cellule staminali – spiega il professor Pignatelli – vengono prelevate da una piccolissima zona di pelle integra dello stesso paziente e posizionate successivamente sulla lesione da trattare. In questo modo, le ulcere degli arti inferiori croniche datate, da 3 a 24 mesi, si possono curare in poco tempo evitando l’amputazione dell’arto interessato”.

“L’arteriopatia periferica è altamente invalidante e può portare all’amputazione man mano che si va avanti con l’età. – aggiunge il professor Pignatelli – Per prevenire l’aterosclerosi è importante tenere sotto controllo i fattori di rischio, ipertensione, dislipidemia, diabete mellito, fumo e obesità.

“Per tutto il mese di dicembre, l’Ospedale dei Pellegrini effettuerà screening gratuiti per gli over 60 con fattori di rischio”.

“Secondo dati Istat, il 31% della popolazione italiana è affetta da ipertensione arteriosa – fa notare il presidente del congresso –. Negli uomini i valori sono più elevati al Nord (37%) mentre nelle donne al Sud (34%). La mortalità nelle persone affette da diabete è 1,9 volte superiore a quella dei non diabetici e per le donne sale a 2,6. L’incidenza è più alta al Sud con una percentuale del 5,6, al Centro del 4,8 ed al Nord del 4,4. Il dato aumenta con l’età ed è più diffuso tra gli uomini nelle classi meno abbienti e nelle persone in sovrappeso. Negli adulti, le persone in sovrappeso sono il 36% della popolazione. I valori crescono al Sud e nelle isole (Campania al 49%), mentre in Valle d’Aosta si registra il 23%”.

“Fare prevenzione vuol dire seguire un’adeguata alimentazione e un adeguato stile di vita e, quando necessario, terapia medica sin da subito per evitare che la malattia possa instaurarsi nei pazienti – ha detto il professor Nicola Mangialardi, presidente incoming della Società italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (Sicve).
L’ostruzione delle arterie delle gambe, come affermato anche da Obama, rappresenta un problema sociale e, da un punto di vista economico, si tratta di un grande impegno per la nostra società”.

“Le disabilità che possono conseguire ad un mancato trattamento iniziale precoce sono molto gravi perché’, quando le arterie si chiudono, per le gambe l’evoluzione finale è l’amputazione ed è facile capire come questo si possa poi tradurre in una mortificazione degli individui e della loro incapacità a condurre una vita di qualità e soprattutto una vita normale”, ha concluso il professor Mangialardi.